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Ecco perché EXPO FA MALE!
"Distruggere il pianeta": debito, cemento, precarietà
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Oramai lo leggete dappertutto, non c'è iniziativa istituzionale che non venga pubblicizzata con la frase : “Verso EXPO2015”.
A prima vista, per i più distratti, potrebbe sembrare una delle tante manifestazioni che l’EXPO sta organizzando, o contribuendo ad organizzare per dare un senso al suo slogan «Nutrire il pianeta. Energie per la vita». Ma cosa sta accadendo in realtà? Cosa c’è dietro questo meccanismo apparentemente virtuoso?
Accade che, come tutti i grandi eventi e le grandi opere, anche l’EXPO si sta dimostrando per quel che è: un meccanismo che porta devastazione ambientale, sfruttamento del lavoro, spreco di denaro pubblico, infiltrazioni mafiose e speculazioni finanziarie
Nello specifico in questa occasione c’è un tema centrale che rende la situazione ancora più grave: il tema di questo evento è l’alimentazione, come dicevamo «Nutrire il pianeta. Energie per la vita». Interessante se non fosse che tra gli spazi espositivi più importanti saranno presenti proprio quelle multinazionali e quei soggetti che fanno dell’apartheid alimentare, dell’utilizzo di tecniche agricole invasive, dell’uso di OGM e dello sfruttamento dei lavoratori il loro modus operandi.



Vediamo brevemente, ma nel dettaglio, cosa sta succedendo e perché “Verso l’EXPO2015” sta diventando un virus letale.

L’aspetto ambientale
Per la costruzione dei padiglioni e delle strutture necessarie ad ospitare l’EXPO2015 sono stati distrutti parchi e cementificate intere aree nell’hinterland milanese, per almeno 1000 ettari di terreni agricoli. Come sempre accade, passato l’evento, rimarranno strutture fatiscenti che contribuiranno ad aumentare il degrado di aree già fortemente sotto stress ambientale.

L’aspetto lavoro
L’organizzazione dell’evento sta portando avanti una campagna di comunicazione a livello nazionale per cercare volontari. Avete capito bene, un evento che costerà 1.3 miliardi di euro (10 con le infrastrutture viarie create ad hoc) cerca giovani che lavoreranno GRATIS all’interno dell’EXPO (18 mila sono i giovani che andranno reclutati). Inoltre, per “facilitare” l’utilizzo di manodopera precaria, in Lombardia si è estesa la possibilità di utilizzare contratti a tempo fino ad aprile 2016.
L’impressione è che quella dell’EXPO sia l’ennesima occasione per testare un ulteriore passo in avanti della precarizzazione del mondo del lavoro. L’ennesima scusa per ridurre diritti in virtù di meccanismi economici di “interesse nazionale”. Un elemento simbolico ma significativo: Manpower (agenzia di lavoro interinale) risulta tra gli “Official Premium Partners”.

Corruzione e speculazioni
Gli arresti per corruzione di alti esponenti dell’EXPO sono oramai all’ordine del giorno. 
Secondo i dati riportati dai media ammonterebbero a 2 milioni di euro le tangenti pagate a politici, imprenditori ed organizzatori. Tra le aziende vincitrici di appalti (veri o presunti) ben 44 risultano avere legami con la mafia. A molte altre aziende già impegnate nei lavori di grandi opere in giro per l’Italia, dalla TAV alla ricostruzione post terremoto in Abruzzo, sono state inoltre concesse deroghe e poteri speciali.

L’alimentazione, il tema dell’evento
Sul cibo sia sta combattendo una battaglia silenziosa che determinerà il futuro di ciò che mangiamo. La battaglia si combatte a colpi di leggi e accordi commerciali, speculazioni, espropriazioni e naturalmente comunicazione. L’evento milanese si inserisce in questo contesto. Sarà una grande vetrina per tutte le multinazionali dell’agroalimentare: Coca Cola (che figura addirittura tra gli “Official Partners”), Nestlè, Eataly faranno bella mostra di se all’interno dei vari padiglioni. Chiaro quindi il messaggio che l’EXPO vuole dare in tema di alimentazione fornendo un “vestito pulito” a chi pulito non è.

Verso EXPO2015
Come abbiamo visto l’EXPO cerca di nascondere con slogan "green" e accattivanti il suo vero volto: corruzione, spartizione, nocività, mafie, precarietà. E’ il sistema delle grandi opere e dei mega-eventi, che si ripropone in forme simili nei dispositivi, negli attori, per i costi economici, ambientali e sociali pagati dai territori.
EXPO sta cercando di appropriarsi, e di mettere il suo bel marchio, in quante più manifestazioni possibili si svolgono sui nostri territori. Tutto questo avviene in parte grazie alla buona fede ed all’ignoranza di amministratori che non conoscono quanto si nasconde dietro all’EXPO, in parte sulla base di un meccanismo di “espropriazione di eventi” bello e buono. Come spiegato dal collettivo di scrittori “Wu Ming” qualche giorno fa “Il nome del meccanismo è "ANCI per Expo". In sostanza, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha fatto un accordo con Expo e ora qualunque municipalità, se vuole, può segnalare un evento (anche già programmato), metterlo “in linea” con i temi di Expo (non abbiamo ancora capito tramite quale procedura) e quindi avvalersi del logo di Expo 2015, e probabilmente anche di altro. Dopodiché, la macchina promozionale del mega-evento provvede a ghermire il tutto. Dalla fiera del rutto diplofonico alla sagra del pidocchio fritto in olio di calli asportati.”
Tutto questo ha molti benefici per l’evento milanese: dare l’impressione di organizzare innumerevoli eventi territoriali, ripulirsi bene bene “appoggiando” eventi sani, pubblicizzare quanto si terrà a Milano nel 2015. In pratica fa tutto parte di un meccanismo di greenwashing che ha la finalità di rendere l’EXPO2015 un evento sano, a contatto con il territorio e con le piccole realtà. Anche perché con questo sistema cadono nella rete, o rischiano di farlo, anche eventi realmente nati dal basso e con finalità più che dignitose. 
Per questo amministratori, organizzatori, commercianti e produttori, singoli consumatori dovrebbero prestare molta attenzione a quel logo multicolore che campeggia sempre più spesso nella comunicazione nostrana.

L’EXPO2015 è un evento da evitare come la peste e sicuramente non bisogna andare “verso” di lui. I temi legati all’alimentazione devono essere il Km zero, la biodiversità, il NO OGM, la cooperazione tra piccoli produttori e sono temi di per sé conflittuali. Non saranno e non possono essere affrontati in un grande evento costruito sulla speculazione. Centinaia di piccoli produttori bio lavorano quotidianamente e realmente per nutrire il pianeta attraverso energie per la vita. Nascono sempre più spesso spazi di dibattito e democrazia, piccoli mercati del biologico e gruppi di acquisto che lavorano per uno sviluppo sostenibile dei territori in cui vivono attraverso produzioni di qualità e filiere che consentano equi compensi per i produttori e prezzi accessibili ai consumatori. 
Farsi intrappolare dai tentacoli dell'Expo vuol dire dare in mano alle multinazionali ed ai meccanismi speculativi la grande ricchezza che dal basso si sta costruendo quotidianamente, nel rispetto della terra e dell'ambiente: ribellarsi ad Expo2015 vuol dire invece affermare la propria indipendenza e autonomia, ribadire con forza il NO agli Ogm, allo sfruttamento del lavoro e dei territori, rafforzare la costruzione di reti di cooperazione e scambio al di fuori delle regole del mercato capitalista.






Per le nostre iniziative contro l'EXPO2015 vai sulla pagina Facebook della Cucina Ribelle csa SISMA








Il sito di #NOEXPO







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